La precisazione risulta qui inevitabile, dal momento che la pubblica presenza ‘in rete’ di uno spazio propriamente afferente al Sodalitium Equitum Deiparae Miseris Succurrentis non ha mai rappresentato, lungo il corso della sua pluriennale storia, né una sua stringente esigenza né tanto meno una sua alta aspirazione.
Tale latitanza rispetto all’adozione della comunicazione mediatica attraverso strumenti tecnologici avanzati, oggi ritenuta ‘dai più’ come fondamentale ed indispensabile, si spiega innanzitutto per la naturale incompatibilità del Sodalitium con tutto ciò che attenda a degli esiti appunto ‘quantitativi’ (‘per i più’) piuttosto che ‘qualitativi’. L’efficacia dell’‘azione nobile’, infatti, non è mai direttamente proporzionale alla sua ‘visibilità’; e del resto Nostro Signore è esplicito in merito: “Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt, 6,3).
E’ un fatto che la modernistica comunicazione di massa risulti diametralmente opposta al vero ‘spirito’ Tradizionale, proprio della Militia cavalleresca, improntato come esso è alla purezza del ‘trasmettere, consegnare, affidare, tramandare (lat. tradĕre), in vista di un ‘conformare’ ontologicamente secondo una prospettiva verticale, trascendente: verso l’alto, verso Dio.
Quanto più, allora, esso ‘spirito’ se ne discosterà a motivo dell’ulteriore degenerazione patita dalla decaduta ‘trasmissione’; la cui prerogativa, se si era in prima istanza già ridotta ad un orizzontale mero ‘informare’ con notizie, oggi viene oramai quasi totalmente fondata su di un rapporto umano di mera virtualità. In altre parole, se il rapporto ha recuperato una connotazione ontologica e verticale, lo ha subdolamente fatto questa volta per ‘deformare’; verticalizzandosi insomma verso il basso, l’infero.
Una totale sovversione della Tradizione, insomma!
Tanto per riconoscere solo una delle conseguenze di ciò: come possiamo non percepire tutta l’evidente contraddizione insita nella funzione ‘aggregativa’ svolta dai cosiddetti social, i quali al contrario acuiscono il solipsismo individualistico, frammentante ed egoico?!
Regina Equitum si costituirebbe dunque come un’incoerenza in cui il Sodalitium cadrebbe rispetto ai propri principi?
Effettivamente ciò risulterebbe tale; se non fosse che codesta sua odierna uscita pubblica ‘in rete’ non fa altro che rispondere – per stringente necessità e con preciso senso – ad una ‘chiamata’ a cui non gli era possibile sottrarsi.
I caratteri inediti dell’attuale crisi dell’Auctoritas Sacerdotale (Papato) e la prolungata assenza della Potestas Regale (Impero), palesi sintomi dell’estremo carattere escatologico dei tempi presenti, rendono oramai indifferibile una ferma e totale presa di posizione della Cavalleria a tutela dell’integrità della Ecclesia Cattolica. La confusione incalzante non rende più possibile alcuna esitazione nell’intraprendere qualunque modalità operativa venga ritenuta utile, giovevole, efficace per il mantenimento dell’Eterno Ordine Cosmico di Dio, aggressivamente insidiato dal nuovo ordine mondiale dell’uomo e dal cosiddetto suo ‘nuovo umanesimo’.
Ad ogni modo, tutto ciò non può, non vuole e non deve ritenersi perseguibile senza mantenere la fedeltà ai presupposti ‘qualitativi’ di cui sopra. Ecco dunque venire a determinarsi i due ambiti operativi fondanti Regina Equitum, i quali ne giustificano la presenza ‘in rete’: la formazione e la testimonianza. Sono essi che, sia nel loro insieme quanto nella loro singolarità, intendono garantire qualitativamente l’adesione a quella necessità e a quel senso cui alludevamo; sono essi che non permetteranno che il vivo carisma cavalleresco, improntato sull’azione, venga sostituito da un teorico surrogato ideologico, auto-compiaciuto ed inutilmente fine a sé stesso; sono essi che, lo auspichiamo, contribuiranno a donare rinnovata linfa alla ‘buona battaglia’ apostolica.
Siamo infatti profondamente convinti – e sarà compito di Regina Equitum il mostrarlo – che a tante buone intenzioni debbano corrispondere altrettante buone consapevolezze, nonché buona conoscenza della Verità; e che tante buone parole debbano trovar riscontro primamente in tanti buoni ed esemplari atti, con coerenza ispirati a tale Verità medesima.
E se è alquanto inutile ribadire che stiamo alludendo alla Verità fatta persona in Cristo Gesù, Re e Nostro Signore, è altrettanto inderogabile riconoscere nella S. Vergine Maria il privilegiato ed unico ‘anello’ che può congiungerci con suddetta Verità. Tale ‘anello’, pegno e garanzia per noi Milites Christi, si fonda sulla totale fedeltà a Lei in quanto nostra unica Sovrana: nostra Regina Equitum.