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Caratteri escatologici nei rapporti tra la Madonna del S. Rosario, S. Michele…e la Russia (di Cosmo Intini)

Psicostasia, affresco della Chiesa di Birkerød (Danimarca), XIV sec.

 

La ricorrenza del 7 ottobre

Il 7 ottobre 1571, a Lepanto, la flotta della coalizione cristiana guidata da don Giovanni d’Austria sconfiggeva gli Ottomani. Venivano così inibite in maniera perentoria – almeno per circa un altro secolo ancora – le loro mire espansionistiche sull’Europa.

Tale successo militare fu connotato da una forte componente mistico-religiosa; e ciò non solo in quanto permise la preservazione dell’integrità identitaria cristiano-europea contro l’avanzata islamica, ma anche perché la vittoria fu chiaramente propiziata dall’intercessione della S. Vergine, nonché annunciata al Papa S. Pio V da una miracolosa visione da lui avuta a Roma nei medesimi momenti in cui i combattimenti volgevano al termine.

Tutta la battaglia fu caratterizzata dalla ritmata recitazione dei misteri del S. Rosario, l’orazione già da tempo ritenuta quale potente arma contro ogni eresia e malignità. E fu proprio per tale motivo che, di lì ad un anno, il Pontefice istituì la festa della B. V. del Rosario, denominandola altresì la Madonna della Vittoria. Peraltro, Maria Santissima, alla Quale erano state affidate le armate ed i destini della Cristianità, fu altresì omaggiata per la prima volta con il titolo di Auxilium Christianorum.

Dopo alcune iniziali, alterne fissazioni liturgico-calendariali, la festività rimase definitivamente legata alla data vera e propria dell’evento bellico: e così è infatti rimasta sino a tutt’oggi.

 

Provvidenzialità di una data

Come abbiamo potuto constatare già in svariate altre occasioni, ad ogni realtà storica non può non corrispondere anche un’identità metastoricamente significabile; e la data del 7 ottobre, proprio in quanto festa del S. Rosario e della Vittoria, ne è un chiaro ed esplicito esempio.

La sua collocazione temporale, insomma, deve essere considerata frutto non di una mera casualità, quanto di una precisa adesione ad un significato simbolico, espresso mistericamente, il quale non poteva manifestarsi affatto diversamente proprio perché frutto di un intervento ‘provvidenziale’, più che di una mera volontà umana.

Il punto di partenza concerne il fatto che il 7 ottobre è precisamente il giorno ‘centrale’ del segno della Bilancia (23 settembre-22 ottobre): cioè anche a dire il 15mo.

Il fatto che esso sia legato a tale numero lo pone già in diretta relazione con il S. Rosario, formula di preghiera la cui struttura formale ed i cui rimandi simbologici sono fondati basilarmente proprio sul n. 15[1]. Tale attinenza alla S. Vergine viene peraltro rinforzata dalla collocazione, come dicevamo, esattamente in maniera ‘centrale’ proprio entro il segno della Bilancia; in tal modo, infatti, ne sottolinea quel che si può intendere come un suo valore ‘armonizzatore’ e di ‘equilibrio’ tra gli opposti soggetti di un dualismo: il che poi corrisponde esattamente a quella funzione ‘mediatrice’, in vista dell’ottenimento di una ‘unità’, che la Madonna appunto svolge tra l’uomo e il Cristo, tra la Terra ed il Cielo.

Ma ciò che ne specifica ancor meglio tutte le peculiarità simboliche è il rapportarsi del 7 ottobre alla festività di S. Michele, la quale, a sua volta, si colloca nel calendario liturgico il 29 settembre.

Notiamo infatti che il giorno della festa dell’Arcangelo guerriero, colui che con la spada ‘debella’ ogni malignità, si pone quale spartiacque tra l’inizio del segno della Bilancia (23 settembre) ed il giorno centrale del segno stesso (7 ottobre), secondo la particolare successione di gg. 6 + 9.

Ossia: dal 23 settembre al 29 settembre = 6 giorni; dal 29 settembre al 7 ottobre = 9 giorni.

Questa particolare ulteriore suddivisione, che si realizza all’interno della prima quindicina del segno della Bilancia, pone praticamente in luce tutta una dinamica e coerente reciprocità che vige tra le tre date in questione come pure tra esse ed il segno zodiacale di cui tutte fanno parte; fornendo peraltro alcuni espliciti chiarimenti sulla simbologia ivi sottesa.

 

Bilancia e psicostasìa

La particolare forma geroglifica assunta dalle cifre 6 e 9, chiamate in causa dal contesto calendariale su cui si sta discutendo, palesa chiaramente la corrispondenza tra di esse secondo una specularità rovesciata. Ciò ne fa espressione, una volta di più, di un dualismo che trova l’attuazione della propria armonizzazione e del proprio ‘equilibrio riunificante’ nel giorno che si pone centralmente: il 29 settembre, appunto.

In altre parole, se il 7 ottobre, giorno della S. Vergine del S. Rosario, esprime in un senso ‘più lato’ la funzione di equilibrio della Bilancia; da parte sua il 29 settembre, giorno di S. Michele, esprime analogamente la medesima funzione, ma relativamente ad un ambito più circoscritto.

Tutto questo fa immediatamente tornare alla mente quella che è una delle più tipiche iconografie tradizionali del Giudizio Universale.

Innanzi all’ingresso del Paradiso compare centralmente l’Arcangelo Michele che, oltre alla spada, impugna una ‘bilancia’ con la quale effettua la ‘pesa delle anime umane’ (psicostasia) e concede l’accesso solo a quante tra loro non superino la gravezza di una ‘piuma’. Lateralmente, la S. Vergine sorregge invece con la propria mano uno dei piatti della bilancia stessa, al fine di ridurre il peso dell’anima del fedele. Quest’ultimo, infatti, allorché rimasto particolarmente devoto a Lei durante la propria vita terrena (e avendoLa pregata soprattutto col S. Rosario), merita la Sua intercessione e guadagna la riduzione della propria pena.

E’ notevole, da un punto di vista gematrico, che tutti gli elementi di tale iconografia siano riconducibili proprio ai suddetti numeri 6 e 9.

Infatti il valore somma di ‘6 + 9’, ossia 15, è quello gematricamente corrispondente sia ad αγια che a γαια[2], parole anagrammabili le quali, nel loro insieme, traducono ‘Terra Santa’: espressione indicante appunto il Paradiso. A tal proposito, va incidentalmente notato che, in sanscrito, il nome della Terra Santa primordiale si dice Tyle, il quale è anche il nome della Bilancia.

Peraltro, il prodotto di ‘6 x 9’, ossia 54, è il valore di Εδεμ[3], che significa ‘Eden’, con ulteriore allusione alla localizzazione della scena iconografica in questione.

A questo punto diviene alquanto emblematico che il primo multiplo perfetto di 54, ossia 540, equivalga gematricamente (e per isopsefia) sia a κρισις[4], che significa ‘giudizio, sentenza, separazione, discernimento, scelta’, sia a ζυγιον[5] che significa ‘bilancia, giogo’, sia a πτιλον[6] che significa ‘piuma’.

Tanto per completare il quadro, va constatato che il valore gematrico del nome Μιχαηλ, ossia Michele, risulta pari a 689[7]. In tale valore compaiono espressi ancora una volta il 6 e 9, all’interno del quale il geroglifico dell’8 specifica non solo quella circolarità che manifesta la loro infinita reciprocità, ma anche il numero del coro angelico di appartenenza dell’Arcangelo Michele: l’‘ottavo’, appunto, come risulta dalla classificazione redatta dallo Pseudo Dionigi Aeropagita.

 

La Bilancia e la Giustizia

La simbologia ‘armonizzante ed equilibrante’ allusa dalle cifre 6 e 9 trova ulteriore riscontro nel fatto che, nel loro insieme, esse siano divenute espressione anche del cosiddetto ‘geroglifico del Cancro’: cioè a dire, il simbolo astrologico del segno che, posto in corrispondenza del solstizio estivo, esprime per antonomasia la valenza simbolica dell’equilibrio e della stasi, il culmine raggiunto all’interno di una dinamica dualistica quale è quella che pertiene ad ogni ciclicità.

Da parte sua l’equinozio d’autunno – che ricade il 23 settembre e da cui prende il via il segno della Bilancia – in quanto indicante il momento astronomico in cui il giorno e la notte trovano l’equivalenza temporale, esprime allora tale medesimo equilibrio in maniera analoga, ma secondo una prospettiva più ridotta ed in dettaglio.

Ad ogni modo, coerentemente con tutto ciò, il valore 69 appartiene gematricamente proprio al termine ακμη[8], che significa ‘punto più alto, culmine, estremità’, ma anche ‘tempo, momento opportuno’. E va osservata tutta la significatività numerologica del fatto che 69 = 15 + 54; cioè a dire 69 = (6 + 9) + (6 x 9), con tutto quel che ne consegue in merito al suo valore simbolico di ‘eterno ritorno su sé stesso’, quale avviene nel superamento di ogni ciclica successione temporale.

Traslando il simbolismo in ambito politico-sociale, dacché la Bilancia esprime quella che è la funzione equilibratrice svolta dalla Giustizia, in quanto deputata a soppesare gli atti, essa viene tradizionalmente posta in relazione con la potestas temporale e quindi con la Regalitas.

Quando la Iustitia viene amministrata secondo l’ordine cosmico, i piatti della bilancia sono in equilibrio, l’ago (ovvero la spada micaelico-regale-cavalleresca che con esso viene identificata) si pone simbolicamente in linea con l’asse polare. Questo è anche detto Invariabile Mezzo, in quanto rappresenta il punto fisso attorno al quale ruota l’intera volta celeste, e si costituisce quale il ‘culmine’ della direzione che unisce direttamente (assialmente) la Terra al Cielo. Il guerriero-Sovrano è pertanto colui che con l’esercizio della Giustizia esercita una funzione di raccordo tra dimensione terrena e quella celeste, assumendo in certo qual modo anche lui la posizione di ‘pontifex’, ossia di Vicario di Cristo nel Suo aspetto Regale.

Ma ciò giustifica pure il tradizionale accostamento simbolico della Regalità con l’‘orso’, che è altresì la denominazione della costellazione ospitante la stella polare (Orsa minore). Non per nulla, il termine greco che indica l’animale ‘orso’ nonché l’omonima costellazione, è αρκτος, parola la quale compare alla base del nome di ‘Artù’: il typus del Re della tradizione cavalleresca.

Sintomaticamente, e alla luce delle precedenti osservazioni da noi operate sui numeri 6 e 9, notiamo come η αρκτος, che oltre a quanto appena detto traduce pure il ‘polo nord’, il ‘settentrione’, vale gematricamente 699[9].

 

Contingenze storiche e geopolitiche

Al termine di questa rapida disamina, vengono a porsi immediatamente in rilievo alcune curiose circostanze. In merito ad esse non intendiamo assumere alcuna posizione, se non quella di semplicemente constatarle.

E’ notorio come l’orso sia proprio un antico simbolo della Russia. Oltretutto, è altrettanto diffusa l’idea escatologica della cosiddetta ‘Terza Roma’ che attribuisce all’Impero russo un prossimo ruolo di guida della cristianità: di ‘assistenza e aiuto’ nel contenimento del propagarsi delle forze anticristiche.

Alla luce dei presenti eventi, è pertanto particolarmente significativo che il presidente Vladimir Putin, colui che incarna in certo qual modo l’anelito ad una renovatio Imperii e quindi ad una riedizione storica della potestas regale tradizionale, sia nato il 7 ottobre: ossia nel medesimo giorno in cui si istituì la festa della Madonna della Vittoria e Maria Santissima fu insignita con il titolo di Auxilium Christianorum.

Oltretutto, sembrerebbe proprio che il destino religioso, politico e sociale della Russia sia iscritto nel disegno provvidenziale del Cielo, dato che, oltre alla suddetta concomitanza, non è la prima volta che alcune importanti scadenze politiche della Federazione russa vengano a coincidere con importanti date del calendario liturgico romano. Basti solo constatare come per la festa dell’Immacolata Concezione (8 dicembre 1991) fu raggiunto l’accordo per lo scioglimento definitivo dell’URSS; oppure come nel Santo Natale cattolico (25 dicembre 1991) la bandiera rossa venne sostituita da quella tradizionale bianca, rossa e blu a strisce orizzontali.

Dal canto suo, la devozione a S. Michele è presente fin dalle origini della Russia ed è significativo che l’Arcangelo sia il protettore delle sue forze armate.

Tutte queste sottili interconnessioni paiono insomma palesemente legare la Russia ad avvenimenti di carattere escatologico.

Questo articolo è stato pubblicato sul canale Telegram:

Idee&Azione  (11.10.23)

NOTE

[1] Cfr. in AA.VV., Misteri Mariani. Il Rosario Porta della Sapienza, Sodalitium Equitum Deiparae Miseris Succurrentis (a cura di), COSMO INTINI, Il S. Rosario: icona omologhica della S. Vergine Maria, pp. 41-61, Ed. Cantagalli, Siena 2022.

[2] 15 = 1+3+10+1 / 3+1+10+1.

[3] 54 = 5+4+5+40.

[4] 540 = 20+100+10+200+10+200.

[5] 540 = 7+400+3+10+70+50.

[6] 540 = 80+300+10+30+70+50.

[7] 689 = 40+10+600+1+8+30.

[8] 69 = 1+20+40+8.

[9] 699 = 8 +1+100+20+300+70+200.