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Corneliu Codreanu: la Crociata Spirituale della Guardia di Ferro e la Via del Cavaliere (di Marzio del Monte)

Membri della Guardia di Ferro (Romania)

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Introduzione

Corneliu Zelea Codreanu, fondatore della Legione dell’Arcangelo Michele (nota anche come Guardia di Ferro), è una figura che ha lasciato un segno profondo nella storia della Romania interbellica. La sua visione, radicata in un profondo misticismo cristiano, si intrecciava con un nazionalismo fervente e una dedizione totale alla Patria. Il presente articolo esplora il profilo spirituale di Codreanu, la sua devozione alla Romania e l’ethos del sacrificio che caratterizzò il movimento legionario, senza dimenticare il contesto storico in cui operò.

  1. Il profilo spirituale cristiano di Codreanu

Corneliu Zelea Codreanu era un uomo profondamente religioso, la cui visione politica era intrisa di misticismo cristiano ortodosso. Per Codreanu, la Legione dell’Arcangelo Michele non era solo un movimento politico, ma una “crociata spirituale” per la salvezza della Romania. Egli vedeva nella fede cristiana il fondamento morale della rinascita nazionale e l’Arcangelo Michele, simbolo della lotta contro il male, era il protettore ideale di questa missione.

La spiritualità legionaria si manifestava in liturgie, in preghiere collettive ed in un’attenzione quasi monastica alla purezza morale. I membri della Guardia di Ferro erano chiamati a vivere in modo ascetico, rinunciando alle frivolezze, dedicandosi completamente alla causa nazionale e spirituale. Questo aspetto distingueva il movimento da altri gruppi politici dell’epoca, conferendogli un’aura quasi di santità.

  1. Dedizione alla patria: la Romania come missione sacra

Per Codreanu, la Romania non era solo una nazione, ma una missione sacra. Egli credeva che il popolo romeno fosse chiamato a un destino glorioso, ma che questo potesse realizzarsi solo attraverso una rigenerazione morale e spirituale. La corruzione e l’individualismo erano visti come ostacoli da superare per raggiungere questa rinascita.

La Legione si impegnava in opere sociali, come la costruzione di chiese, scuole e ospedali, dimostrando una dedizione concreta al benessere del popolo. Questo impegno, unito a un nazionalismo fervente, attirava molti giovani romeni, che vedevano nella Legione un’opportunità per servire la patria in modo significativo.

  1. L’ethos del sacrificio: martirio e dedizione totale

Uno degli aspetti più distintivi della Guardia di Ferro era l’ethos del sacrificio. Codreanu insegnava che il vero legionario doveva essere disposto a dare la vita per la causa, se necessario. Questo ideale si rifletteva nel motto “Credință” (Fede) e nella pratica del martirio, che veniva visto come il culmine della dedizione.

Molti legionari affrontarono la morte con coraggio impassibile, considerandola un’offerta a Dio e alla Patria. Questo spirito di sacrificio era alimentato dalla convinzione che la loro lotta avesse un significato trascendente, oltre quello politico. La loro dedizione totale alla causa li rendeva figure quasi mitiche agli occhi di molti sostenitori.

  1. Digressione storica: ascesa e caduta del Movimento Legionario

Il Movimento Legionario, fondato da Corneliu Zelea Codreanu il 24 giugno 1927, nel giorno di San Giovanni Battista, emerse in un periodo di profonda crisi per la Romania. Il Paese, uscito vincitore dalla Prima Guerra Mondiale con l’unificazione delle province storiche (Transilvania, Bucovina, Bessarabia), affrontava gravi problemi sociali, economici e politici. La corruzione dilagante e l’instabilità governativa crearono un terreno fertile per movimenti radicali come la Guardia di Ferro.

Codreanu, ex studente di legge e fervente nazionalista, fondò la Legione dell’Arcangelo Michele con l’obiettivo di rigenerare la Romania attraverso un ritorno ai valori cristiani e una lotta senza compromessi contro i giudei ed i “nemici della nazione”. Il movimento si distinse per la sua struttura gerarchica, la fedeltà al capo ed al Re e l’uso di simboli religiosi e patriottici.

Negli anni ‘30, la Guardia di Ferro guadagnò sempre più consenso, soprattutto tra i giovani, i contadini e gli intellettuali nazionalisti. Le loro azioni spaziavano dalla propaganda politica a opere sociali. Nel 1937, il partito legionario ottenne un risultato significativo alle elezioni, diventando la terza forza politica del Paese.

Tuttavia, il successo della Legione preoccupò il re Carlo II e le élites demoplutocratiche al potere. Nel 1938, il re instaurò una dittatura personale e bandì tutti i partiti politici, inclusa la Guardia di Ferro. Codreanu e molti altri legionari furono arrestati. Nella notte tra il 29 e il 30 novembre 1938, Codreanu e altri tredici legionari furono giustiziati senza processo, ufficialmente mentre “tentavano di fuggire”. La loro morte, però, fu in realtà un omicidio politico ordinato dal regime per eliminare una minaccia al potere.

La fine di Codreanu non segnò la scomparsa del movimento. Al contrario, i legionari si radicalizzarono ulteriormente, portando a una spirale di eventi che culminò nel 1941 con il cosiddetto “golpe legionario”. Tuttavia, il regime del maresciallo Ion Antonescu, inizialmente alleato con la Guardia di Ferro, represse definitivamente il movimento, ponendo fine alla sua influenza politica.

  1. La formazione dell’Uomo Nuovo: tra Legione e Cavalleria

“È ben radicata in me la certezza e non mi è venuta mai meno, che colui che combatte, anche solo, per Dio e per la Nazione non può essere mai vinto” (C.Z. Codreanu).

Uno degli aspetti più affascinanti della Legione dell’Arcangelo Michele è il suo obiettivo di formare l’Uomo Nuovo, un ideale che trova paralleli nell’antica, ma più che mai attuale Via cavalleresca; nella quale si entra da uomini per poi trascendere verso lo Spirito. Julius Evola, filosofo e pensatore tradizionalista, descrisse questa figura come colui che si erge “in piedi tra le rovine”, capace di superare le avversità e di vincere la battaglia interiore contro il proprio ego. E la Legione ebbe nei suoi ranghi un esempio eccelso di Uomo Nuovo, il vice-capitano della Legione, Jon Mota, caduto nella guerra civile spagnola, dove si immolò come volontario per combattere la barbarie bolscevica.

a) La “grande guerra santa” e la lotta interiore

Per la Guardia di Ferro, la formazione dell’Uomo Nuovo iniziava con la “grande guerra santa”, ovvero la lotta interiore contro le debolezze umane: l’egoismo, l’avidità, la paura e la corruzione. Codreanu insegnava che solo attraverso il dominio di sé e la purificazione spirituale un individuo poteva diventare un vero legionario, pronto a servire la Patria e la Fede. Questo concetto richiama l’Ascesi cavalleresca, in cui il cavaliere doveva vincere le proprie passioni per diventare un guerriero puro e degno della missione sacra.

b) La “piccola guerra santa” e la missione comunitaria

Una volta superata la “grande guerra santa”, il legionario era pronto per partecipare alla “piccola guerra santa”, ovvero la lotta per la rigenerazione della Romania. Questa missione collettiva non era solo politica, ma anche spirituale: si trattava di costruire una società basata sui valori cristiani e sulla dedizione alla Patria. Allo stesso modo, i sodalizi cavallereschi vedono la loro missione come una “guerra santa” per difendere la Cristianità e i suoi valori. Il campo di battaglia del legionario era lo stesso nel quale opera il Cavaliere odierno, la vita di tutti i giorni, nella quale è essenziale “essere esempio” di Fede, Verità e Giustizia in un mondo ormai completamente dominato dai disvalori della Sovversione, entrati perfino nella Chiesa di Cristo.

c) L’Uomo Nuovo: un ideale trascendente

Sia la Legione che gli Ordini cavallereschi mirano a creare un nuovo tipo di uomo, capace di trascendere le limitazioni umane e di incarnare ideali superiori. Per Codreanu, l’Uomo Nuovo era colui che, attraverso il sacrificio e la disciplina, diventava un simbolo vivente della rinascita nazionale. Questo ideale, pur radicato nel contesto storico della Romania tra le due guerre mondiali, ha un carattere universale, che lo rende affine alla spiritualità cavalleresca e alla ricerca della perfezione interiore.

L’esempio di Codreanu e dei legionari che si donarono completamente per ideali superiori è ancora vivo e parla alle coscienze di coloro che sono in grado di ascoltare e soprattutto a quei giovani che percepiscono di non appartenere a questo mondo mercantilista e corrotto. L’esperienza della Falange e della Guardia di Ferro, di adesione totale ai Valori della Tradizione Universale, si pone come punto di riferimento per coloro che sentono l’esigenza di rettificare la propria vita iniziando a camminare sulla Via della Cavalleria.

Marzio del Monte