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L’Uomo Romano: uno studio di antropologia (di Michel Meslin)

Autore: Michel Meslin

Editore: Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1981

 

Nota della Redazione

Sulla base di disegni inequivocabilmente provvidenziali, nonché per i propri peculiari aspetti sociali, culturali, politici e giuridici, la Romana Civitas ha costituito il ‘fertile grembo’ attraverso cui il Cristianesimo e, con esso, il Sacrum Imperium si sarebbero poi affermati quali gli imprescindibili riferimenti, d’ambito spirituale e temporale, da cui avrebbe tratto ogni sua consapevolezza la nascente identità europea.

Diventa pertanto utile, oltre che necessario e fondamentale, comprendere in profondità gli aspetti che hanno caratterizzato Roma nel vivo della propria identità antropologica: quella che, con termine troppo sovente frainteso, viene espressa dal concetto di Romanitas.

Per contribuire a ciò, era necessaria quella obiettività di pensiero e di metodo, scevra da ogni contaminazione ideologica di pur opposta fazione, che il saggio del Meslin – divenuto oramai un classico sull’argomento – riesce a mantenere e a porre a frutto. E se poi, a tale virtuosa metodica si aggiunge, in esso saggio, anche quella particolare prospettiva di indagine la quale mantiene in fondamentale considerazione l’analisi delle implicazioni ‘simbologiche e rituali’ proprie della quotidianità dell”uomo romano’, ebbene non possiamo allora che raccomandarne fermamente la lettura a tutti coloro che sentano di nutrire per la predetta Romanitas la propria ferma e sincera vocazione.

In un’epoca quale quella presente, in cui tanto la damnatio memoriae o la cancel culture sono le usuali armi tramite cui la medesima mano antitradizionale, anticristiana, antieuropea (in una parola: anticristica) tende subdolamente a minimizzare il valore e l’importanza storica e metastorica della Romana Civitas, rimane doveroso riconoscere e ribadire il debito etico che l’Europa mantiene con essa e che mai dovrebbe smettere di onorare.

Anche in questo si deve riconoscere la militia di colui che della Cavalleria vuol esser parte e che all’anticristo intende opporsi. 

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Dalle note di copertina

In questo testo Michel Meslin affronta un’indagine antropologica sull’uomo dell’età romana, dalle origini al primo secolo della nostra era. Al di là della storia degli eventi, delle istituzioni, della cultura, oltre il piano economico e sociale, Meslin cerca di mettere in luce le strutture a lunga permanenza di ordine psicologico e esistenziale, gli atteggiamenti di fronte al potere, all’amore, alla felicità, alla morte, al divino che hanno caratterizzato per secoli la condotta privata e pubblica dell’uomo romano, e che ne illuminano le motivazioni profonde.
Basandosi sui risultati più recenti delle scienze umane dalla storiografia all’etnologia, dalla psicologia alla linguistica Meslin ci offre un quadro chiaro e persuasivo di una totalità vissuta, di modi di pensiero, di rituali, e l’immagine di un uomo che si vuole responsabile della propria vita, del proprio mondo, della propria storia.
L’interesse del saggio va ben oltre la specificità dell’argomento, e investe la finalità stessa dell’opera: nell’uomo romano ritroviamo una parte di noi stessi. Infatti l’analisi delle strutture mentali di un certo tipo di uomo storico, percepite nella varietà dei suoi discorsi sul mondo e sugli dei, non ha valore reale se non si integra, come un momento essenziale, in una storia dell’uomo che vogliamo rendere la più totale possibile».

Note biografiche

Michel Meslin (Parigi, 1926-2010) è stato docente di storia comparata delle religioni all’università della Sorbona. Nell’opera « Per una scienza delle religioni» (1973) ha tentato di definire le modalità dell’analisi scientifica del fenomeno religioso e di delimitare il campo di un’antropologia del sacro. Le sue ricerche si sono concentrate soprattutto sulle rappresentazioni religiose e simboliche delle società tradizionali.