Autore: Mario Polia
Editore: Cinabro Edizioni (2022)
Il recente saggio Tradizione è militanza (2022) scritto per Cinabro Edizioni dal prof. Mario Polia (antropologo, archeologo, etnografo e saggista), rappresenta una precisa, chiara ed autorevole puntualizzazione riguardante ciò che deve esattamente intendersi per Tradizione.
Tale lavoro non solo ha inteso colmare una lacuna, data la scarsità di pubblicazioni specialistiche che di recente abbiano inteso occuparsi dell’argomento con sufficiente serietà e ‘dal di dentro’, ma al contempo ha colto la necessità di dover ormai porre ordine in un campo che, per le proprie particolari connotazioni, continua a dar facilmente adito a fraintendimenti e mistificazioni.
Strutturato come un agile breviario, Tradizione è Militanza mantiene la freschezza e la forza di uno scritto partorito quasi d’impeto, in un sol fiato. Evidente custode di un profondo e palpabile fuoco spirituale, l’Autore riesce allora a realizzare il miracolo di trasmetterne, con non comune immediatezza, la luce e l’ardore. Si realizza pertanto – nella dinamica che si instaura tra custodia e trasmissione del dato spirituale – quello che propriamente costituisce il ‘gesto’ di cui è capace di fornire esempio soltanto colui che sia un reale appartenente, appunto, alla Tradizione stessa.
Ciò risulta ancor più vero alla luce del fatto che il ‘dato spirituale’ in oggetto, trasmesso da Polia, non si presenta quale frutto di un nozionismo che si esprime intellettualisticamente entro un’affermazione ideologica; ovvero quale conoscenza che, costituendosi su base quantitativa, descriva soggettivamente un contenuto piuttosto che affermarsi qualitativamente quale oggettiva consapevolezza vissuta.
Come più volte ribadito nel testo, alla base della reale appartenenza alla Tradizione vi è una ‘vocazione’; il cui riconoscimento entro di sé invita l’individuo a porsi in gioco integralmente, in un ‘servizio’ di impersonale dedizione e totale sacrificio. E ciò, a difesa della Tradizione stessa, contro l’annullamento spirituale e sacrale che il cosiddetto ‘progresso moderno’ tenta di portare a termine, a danno dell’uomo in quanto tale.
Tutto questo si traduce nella contestualità che appunto vede la ‘militanza’ quale immediata ed inevitabile affermazione di appartenenza alla Tradizione. La qual cosa assume pertanto un significato particolare anche in relazione con la militanza che è propria del carisma cavalleresco.
Mario Polia, oltre che uno studioso, è un Miles Christi, un Cavaliere sacralmente investito secondo il rituale cattolico del Pontificale Romano. Diventa dunque preziosa la sua testimonianza per coloro che al cammino spirituale-cavalleresco si sentano ‘vocati’.
In definitiva, la lettura e la penetrazione riflessiva di Tradizione è militanza rimane basilare e, proprio per questo, convintamente raccomandata ad ogni Cavaliere che si proponga di ‘essere’ veramente tale.
La Redazione