«Il pastore ha bisogno del bastone contro le bestie selvatiche che vogliono irrompere tra il gregge; contro i briganti che cercano il loro bottino. Accanto al bastone c’è il vincastro che dona sostegno ed aiuta ad attraversare passaggi difficili. Ambedue le cose rientrano anche nel ministero della Chiesa, nel ministero del sacerdote. Anche la Chiesa deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in realtà, disorientamenti. Proprio l’uso del bastone può essere un servizio di amore. Oggi vediamo che non si tratta di amore, quando si tollerano comportamenti indegni della vita sacerdotale. Come pure non si tratta di amore se si lascia proliferare l’eresia, il travisamento e il disfacimento della fede, come se noi autonomamente inventassimo la fede».
Dall’Omelia della Santa Messa nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù (Piazza San Pietro)
Venerdì, 11 giugno 2010
Commento della Redazione
La metafora di matrice evangelica secondo cui il Papato esercita una funzione di “pastore”, si può integrare con l’immagine dell’Impero quale “cane del gregge del Signore”. In verità, va ricordata a tal proposito la profezia dantesca inerente alla figura del DVX (il cinquecento dieci e cinque), incarnantesi appunto nel Veltro, o messo di Dio.
Il compito della Regalitas, infatti, è propriamente quella del supporto ‘materiale’ alla funzione ‘spirituale’ del Sacerdotium. E ciò nel senso di una sua assunzione di responsabilità, a beneficio del gregge, nell’esercizio di “vigilanza, mantenimento dell’ordine e difesa dai lupi e dai briganti (esterni o interni alla Ecclesia)”.